Le sperimentazioni di Coppeta
Tra i suoi lavori animazioni per il cinema e siti per il teatro
di Alfonso Amendola
Max Coppeta (scenografo e produttore multimediale) da tempo lavora nello spazio composito delle sperimentazioni tecnologiche, dove la dimensione del digitale spinta al massimo ha saputo disegnare spazi di ricerca visiva e di sperimentazione tematica davvero notevoli.
Dentro le pieghe variegate del suo percorso di sperimentatore totale troviamo le innovazioni di scenografie teatrali in chiave altamente tecnologica, alcuni prodotti di e-commerce, le animazioni (il suo ultimo lavoro è stato per il cartone animato “Mondo Fantastico” di Lorenzo Scotto di Luzio), la realizzazione di siti (penso in particolare a quelli dedicati a singoli spettacoli teatrali, ma rimando soprattutto al nuovissimo sito dei musicisti Le Loup Garou: www.leloupgarou.org). E l’elenco degli spaccati di ricerca di Max Coppeta continua verso lavori su video (video d’arte, video narrativi e video documentari), installazioni, regie teatrali, attività di marketing e comunicazione e tanto altro ancora (per chi voglia saperne di più rimando al suo sito: www.maxcoppeta.it, dove il nostro artista multimediale in apertura di home-page si presenta al suo pubblico in veste acrobatica, ironica e “volante”, quasi a voler indicare una capacità conoscitiva ed operativa davvero ampia).
Abbiamo conosciuto Max Coppeta nel 2001 nelle vesti duplici di scenografo e videomaker, in particolare impegnato in una regia firmata a due mani (con Massimo Pianese) del cortometraggio “Duty free”. Complesso lavoro audiovisivo centrato sul tema del paesaggio urbano, analizzato attraverso impianti di innovazione scenografica, strutture architettoniche e personalissime idee di arredo il tutto realizzato in funzione dell’agire e dell’utilizzo umano. Max Coppeta, nel presentare il suo video-progetto così sottolineava la bidimensionalità tra il corpo, la dimensione architettonica e il linguaggio elettronico: «Il corpo: mutante, diversificato, segnato da esperienze multilinguaggio e multisensoriali, generatore di soluzioni cromatiche in grado di modificare in continuo divenire il tessuto urbano. L’uomo che, con la sua presenza, il suo passaggio, il suo essere ‘totalizzante nel collettivo’, determina una particolare condizione cromatica, unica nella sua transitorietà. (…) La pavimentazione in pianta si configurerà quindi come unico grande ‘frattale’, in antagonismo alle ‘facciate mutanti’, entità dotate di vita propria, mutevoli in rapporto all’aria (umidità, smog, etc. ), ai suoni, alle condizioni climatiche, all’ora del giorno: l’interazione fra uomo e parti inorganiche si innesta in un processo passante attraverso una socialità sublimata e impercettibile». Un video che centra la sua centralità sui temi del post-organico e della sperimentazione architettonica più avanzata.
Altri percorsi di ricerca li ritroviamo con “La Fabbrica dei Sogni” dove il bozzetto virtuale del lavoro teatrale dedicato a Giovanna D’Arco indica la soluzione progettuale di uno spettacolo teatrale, come momento di totale controllo su tutti gli elementi che costituiscono la scena permettendo un alto grado di sperimentazione. Ma è soprattutto con il progetto fotografico “I tuoi ricordi” che l’abilità tecnologica e sperimentale di Max Coppeta matura un lavoro di grande completezza: dove l’invenzione-brevetto per la realizzazione di originali e personalizzati book fotografico a 3D è riuscito a diventare un ambizioso prototipo di archiviazione digitale che ha riscosso grandi interessi in tutt’Europa (al Top Talent Award 2004 di Salisburgo ha ricevuto il riconoscimento Top Talent Quality Seal, come progetto altamente innovativo e creativo, selezionato tra 414 proposte di 29 paesi, tutte le informazioni si trovano su www.toptalent.europrix.org).
Un aspetto importante da cogliere all’interno del tessuto sperimentale di Coppeta è la capacità di saper unire le complessità tecnologiche verso le forme più tradizionali, e su questa linearità operativa il lavoro di gruppo e la creatività come assieme collettivo acquistano una precisa ragion d’essere. A dimostrazione di tutto questo l’evento “Tracce02” la sua più recente operazione multimediale realizzata presso la Biblioteca di Afragola e che precede e succede diverse altre iniziative principalmente dedicate alla creatività poetica, “Tracce” è un evento estremamente articolato e diversificato nel tempo che si svolge ciclicamente presso la suddetta Biblioteca (diretta da Magda Tamarindo) promosso dall’Associazione “L’Artefatta” in collaborazione con “Hyria”.
Nell’azione 02, Coppeta è stato il “regista” di un riuscito dialogo tra le tecnologie più innovative e le culture di gusto prioritariamente tradizionale (in primis la poesia, ma anche la musica e il teatro) e dove le due anime perfettamente combaciavano. L’evento, principalmente dedicato alla poesia di Carmina Esposito, è stato un vero e proprio viaggio nell’interazione contemporanea dove il verseggiare intimo e suggestivo dell’autrice (dopo l’analisi rigorosa di Aristide La Rocca, le letture di Armando Saveriano e Biagio Zanfardino e le musiche di Andrea Coppeta) veniva contaminato e reinventato dal flusso ipermediale firmato da Max Coppeta. Le immagini elettroniche perfettamente si amalgamavano con il linguaggio della poesia e la musica fino a realizzare una singolare esperienza collettiva. Esperienza ulteriormente rafforzata dall’animazione digitale “Terra di babilonia” (web-experience che trae il nome da un testo poetico-aforistico della Esposito) dove le immagini digitali e l’interazione umana scompongono nell’estrema invenzione le parole e il senso del discorso poetico, ottenendo al contempo una particolarissima riflessione centrata sullo statuto ipersensibile della creatività contemporanea che tante volte si trova a far dialogare su un unico piano differenti linguaggi. In fin dei conti ancora una volta il pulsare decisivo del digitale è quello di centrare gli spazi della ricerca artistica verso il concetto di mutazione, di trasformazione, di fruibilità contaminata, di alleanza complice tra diverse dimensioni creative. Il cui obiettivo ultimo resta, probabilmente, quello di indicarci totalità che anelano a forme uniche (consapevoli, come scrive la stessa Carmina Esposito, che “Il tutto è uno/ Vive nella mente”).