Primo Censimento degli Artisti Emergenti Italiani – Torino
Max Coppeta
Emma Infante e Eleonora Manca
(La Galleria è aperta dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 19).
Piogge sintetiche (acqua cristallizzata su vetro, su masonite, 23×23 cm, cad; 2012)
Nota critica. | Quando Marc Chagall arriva a Parigi, dalla città natale di Vitebsk, in quel momento, con autorità quasi dittatoriale, trionfa sulla scena francese il Cubismo, nella sua variante finale, la più razionale e dottrinaria: quella del Cubismo sintetico. Chagall frequenta proprio l'ambiente dei pittori cubisti, incontrandoli ogni venerdì dal poeta ed editore Canudo. Ma più l'artista russo ascolta i loro discorsi “troppo” sofisticati, di cui capisce poco, più si rende conto che il suo approccio all'esistenza e all'arte sono sostanzialmente diversi. Molto diversi. «Moi» cercava di spiegare ad Apollinaire, «moi, je voudrais autre chose». Ed è proprio seguendo questa specie di dottrina chagalliana che è possibile accedere a Piogge sintetiche.
Un lavoro che è un Aldiqua in grado di raccogliere i simulacri del sogno, un luogo fisico che diventa metafisico in ragione di una forza che trae alimento dalla capacità di orientarsi verso esso attraverso una visio totalmente rovesciata, immaginaria. Spogliandosi delle immagini, rinunciando a tutte le rappresentazioni di forme e figure, ci si inoltra in una specie di esperienza spirituale, si penetra la sostanza dei sogni. Si tratta, dunque, di altre immagini, provenienti da altri istanti, attimi. Non ri-conosciute (e non ri-conosciuti questi attimi, se non per alcune note che intuiamo nel proprio pentagramma) ma recanti, nel loro manifestarsi, la coscienza di un'emozione e soprattutto la scoperta di uno spazio interiore manifestamente dato, infinito e “santo”.
Per questo, sarebbe forse più opportuno parlare non tanto dell'immagine fine a se stessa (e comunque sempre e solo relegata in una interpretazione addormentata, tra la rosa di scelte che ci siamo dati per sopravvivere), ma di visione immaginativa. Imaginatio agens trascolorante in una filosofia che spinge a voler toccare altezza e profondità, buio e luce e che riconosce ogni realtà come primariamente simbolica. E la realtà di questo dittico – omphalos del mondo psichico – è una realtà identificabile con i doni del dio Hypnos e per questo, in quanto onirica, veicolo e creatore di simboli. Ad emergere è, in primis, un sottile rimando alla sapienza del Manicheismo e al contempo promana, per via dell'esito cromatico, anche un flebile accenno ai caratteri cinesi dello yin-yang.
Per quanto concerne la gnosi manichea si potrebbe asserire che la doppia visione dei due quadrati arrivi a lambire il rebus che concerne l’unione di una particella divina (l'anima), con il corpo. La dottrina di Mani, infatti, pose l’esistenza di due principi che non sono stati generati, ma che sono eterni, equivalenti, a prescindere dalla presenza di un Dio: il bene e il male, raffigurati attraverso la Luce e le Tenebre. Per tanto: la materia, si manifesterebbe semplicemente come una sorta di Non Essere opposto all’Essere. Assumendo questo approccio percettivo anche il richiamo allo yin-yang assume una valenza propriamente simbolica: per estensione, yin e yang determinano l'aspetto oscuro e l'aspetto luminoso di ogni res; la forma mondana e quella astrale; il negativo e il positivo; il maschile e il femminile. Sono, in definitiva, la rivelazione del dualismo e della complementarità assoluti e, in quanto inscindibili, la cadenza del mondo è cadenza della loro alternanza. Il fatto, poi, che regina dell'opera sia l'acqua ci porta ancora in un terreno fertilizzato dal Mito. Essa è, infatti, la matrice di tutte le potenzialità di esistenza. In quanto base di ogni esternazione cosmica, rappresenta l'essenza primigenia da cui hanno origine tutte le forme, e alle quali tornano. Qui è come sospesa, fissata in una pioggia resinosa, imperitura e fecondante (in taluni simboli il Cielo abbraccia e feconda la Terra per mezzo della pioggia). Ha il tratto distintivo di quella che, in molti incantesimi e medicature popolari, viene definita acqua non cominciata, vale a dire non sconsacrata dall'uso quotidiano, e per questo in grado di concentrare su di sé le valenze creatrici dell'Acqua primordiale e, al contempo, di essere guaritrice perché, in un certo senso, ripete la Creazione. Una pioggia atta a ripristinare l'integrità aurorale.
(Eleonora Manca)
Piogge sintetiche è un lavoro che indaga sul valore dell'acqua e il suo essere elemento naturale indispensabile per la vita ma anche causa di morte e distruzione. Le gocce di piogge artificiale vengono mostrate su lastre di vetro e/o custodite in teche come fossero relique sacre sottratte al tempo e rese eterne in uno stato di sospensione perenne. Elemento di interazione fondamentale è la luce che proietta un'alone di luce che cambia con il cambiare dell'angolazione della luce stessa restituendo all'opera una dimensione quasi mistica.
(Max Coppeta)
Expo:
- Torino, Galleria Emma Infante
a cura di Eleonora Manca
dal 4 Febbraio al 3 Marzo 2012
——————————————————- - Napoli, Ferrigni 35
a cura di Art-Lab / Cettina Celati & Nello Arionte
dal 24 Febbraio al 9 Marzo 2012
——————————————————- - Forlì, 10° Ed. Vernice – Art Fair / Fiera D'arte Contemporanea
a cura di Federica Pasini
dal 23 al 25 Marzo 2012
——————————————————- - Napoli, Scacco perpetuo – Castel Sant'Elmo / Piazza D'Armi
a cura di L’Associazione Giovani Napoli CISL / progetto Life Cycle
dal 29 Aprile 2012